Obiettivi
Piano Banda Ultralarga – completamento dell’intervento nelle “aree bianche” e avvio della Fase II
Il Governo italiano ha ritenuto necessario accelerare la creazione di una infrastruttura digitale nazionale che assicuri al nostro Paese di raggiungere l’obiettivo europeo di una società digitale pienamente inclusiva.
Il percorso delineato dalla Commissione europea ha visto, peraltro, da ultimo, un innalzamento dell’asticella degli obiettivi di copertura della popolazione nazionale con le nuove tecnologie di telecomunicazione.
Il 3 aprile 2019 la Commissione europea ha approvato definitivamente il “grande progetto nazionale banda ultralarga – Aree bianche” per un costo ammissibile pari a 941 milioni di euro.
Nel suo complesso, giova qui ricordare che il Piano nazionale per la banda ultralarga prevede un intervento pubblico che investe il territorio nazionale distinguendo tra:
-le aree cd. ‘bianche’, a fallimento di mercato, in cui sono assenti interventi di investimento di operatori privati;
-le aree cd. ‘grigie’ e ‘nere’ ovvero in concorrenza, ove sono già presenti una o più reti in banda ultralarga, al fine di conseguire, anche in tali aree, un importante salto di qualità per la realizzazione di reti in banda ultraveloce al gigabit.
Il Piano pertanto si articola in due fasi. La prima riguarda l’attuazione di misure a sostegno dell’infrastrutturazione delle aree bianche. A seguire, nella seconda fase, verranno implementati gli strumenti a favore dello sviluppo di reti ultraveloci nelle aree nere e grigie del Paese.
La prima fase, conclusa per quanto attiene all’aggiudicazione delle opere da parte del soggetto attuatore Infratel Italia S.p.A. – società controllata al 100% da Invitalia S.p.A. e vigilata dal MIMIT – è attualmente in corso di realizzazione da parte del concessionario Open Fiber S.p.A. che si è aggiudicata, come noto, le tre gare.
Il Piano ha registrato, tuttavia, alcuni rallentamenti nell’avanzamento dovuti ad una molteplicità di fattori quali il ritardo nella concessione di permessi e di autorizzazioni a livello locale e, quindi, nel passaggio alla progettazione esecutiva, ormai in uno stadio avanzato in tutti i territori.
Il MIMIT e Infratel monitorano costantemente le fasi attuative poste in essere dal concessionario Open Fiber.
Fase II progetto BUL
Il divario digitale del Paese appare ben evidente in base all’indice elaborato dalla Commissione Europea – il Digital Economy and Society Index (DESI) – secondo il quale la quota di abbonamenti almeno a 100 Megabit per secondo in Italia si attesta intorno al 14%, rispetto ad una media europea che sfiora il 26%.
Ogni anno Infratel Italia S.p.A. effettua, per conto del Ministero delle Imprese e del Made in Italy, una consultazione tra gli operatori per verificarne le intenzioni di investimento e aggiornare la copertura del servizio a banda ultralarga nelle aree grigie e nere del Paese nei prossimi tre anni.
La consultazione è iniziata il 18 Gennaio e si è conclusa il 15 Maggio 2019, dopo il completamento della fase di interazione e di chiarimento con gli operatori.
La nuova mappatura per numero civico delle Aree Grigie e Nere del Paese a seguito del monitoraggio concluso da Infratel Italia, ovvero l’attività di aggiornamento della copertura delle aree del territorio nazionale già individuate in precedenti Consultazioni come Aree Grigie e Nere NGA è consultabile al link:
Monitoraggio della Consultazione Pubblica Aree Nere e Grigie 2019 – Mappatura per civico.
Scarica l’esito della consultazione pubblica 2019
Gli operatori hanno fornito i dati per ciascun indirizzo civico – oltre 19,8 milioni – ricadente nelle aree grigie e nere in 4.250 comuni italiani per 25,8 milioni di unità immobiliari.
I rimanenti 12 milioni di indirizzi civici, in oltre 6.700 comuni italiani sono oggetto dell’intervento pubblico nelle cosiddette aree bianche.
Tale fotografia mette in rilievo l’esistenza di un potenziale divario tecnologico tra le aree del Paese che potrebbero, in vista degli obiettivi 2025 della Gigabit society, portare ad un rallentamento nel processo di ammodernamento delle infrastrutture tecnologiche e di adozione di servizi di nuova generazione in Italia.
Anche facendo tesoro di questi dati, il COBUL ha formalmente avviato la fase II della Strategia Nazionale per accelerare anche su questo fronte, che investe porzioni strategiche del territorio nazionale e intercetta la necessità di stimolare la domanda di servizi digitali.
Gli interventi della fase II sono concentrati nel sostegno alla domanda per l’attivazione di servizi ultraveloci in tutte le aree del Paese e nella diffusione di infrastrutture a banda ultralarga nelle c.d. aree grigie a fallimento tecnologico.
Secondo quanto stimato da Infratel Italia S.p.A., il fabbisogno complessivo per intervenire nelle aree grigie del Paese installando infrastrutture predisposte al Gigabit è pari a 5,1 miliardi di euro.
Le risorse Nazionali certe oggi a disposizione per sostenere i due interventi ora citati ammontano a circa 2,7 miliardi di euro.
Si tratta di un progetto sfidante, superiore per complessità e risorse finanziare impiegate a quello attualmente in corso nelle aree bianche, che necessita della collaborazione e cooperazione di tutti gli attori coinvolti: Governo e Regioni in primis, e tutti i livelli istituzionali, nel solco di quanto fin qui fatto.